9 ago, 2024

Parigi 2024: il tiro italiano è il migliore d’Europa (e l’industria la migliore del mondo)

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Vittoria ParigiL’Italia è quarta nel medagliere del tiro olimpico con quattro medaglie: l’oro e l’argento del Tiro a volo, l’argento e il bronzo del Tiro a segno. Tutti i 15 azzurri si sono ben comportati nei 10 giorni del Tiro a Parigi 2024. Gli 8 tiravolisti alla fine hanno coperto tutte le gare in coppia: in finale sono arrivati la sola Silvana Maria Stanco, che ha conquistato l’argento del Trap e Tammaro Cassandro che si è dovuto fermare al quarto posto dello Skeet. Poi la coppia Diana Bacosi e Gabriele Rossetti hanno coronato la partecipazione e l’impegno di tutti grazie a un oro (doppio) spettacolare nel Mixed Skeet. Gli altri azzurri, l’eterno Giovanni Pellielo (16° con 121/125) che vuole partecipare alla prossima Olimpiade e Mauro De Filippis (13° con 121/125), Jessica Rossi (9a con 120/125), Martina Bartolomei (16a con 117/125) e la stessa Bacosi (15 a con 117/125) nonché Rossetti (7° con 122/125), si sono purtroppo fermati a un passo o anche a un solo piattello dalle finali, per tanti motivi diversi. I 7 tiratori dell’UITS si sono presi le medaglie d’argento e di bronzo di Federico Nilo Maldini e Paolo Monna, poi il quinto posto in finale della C10 di Danilo Dennis Sollazzo e il sesto di Massimo Spinella nella Pistola automatica. Barbara Gambaro e Sollazzo hanno fatto gli straordinari su tre gare (C10, C10 Mixed e Cs3p) e però l’unica ragazza in gara, 32enne, non è riuscita ad avvicinare una finale. L’altro giovane carabinista Edoardo Bonazzi si è ben comportato sia in C10 (10°) sia in Cs3p (14°). Il veterano Riccardo Mazzetti ha stabilito comunque il record stagionale in automatica. Purtroppo nessuna ragazza nella pistola aveva conquistato la carta olimpica per partecipare all'Olimpiade. 

L’Italia è quarta nel medagliere del tiro, prima europea, con 4 medaglie. A Tokyo ci fu soltanto l’argento di Diana Bacosi. La Cina vince il medagliere con 5 ori, 2 argenti e 3 bronzi su un totale di 45 medaglie. La Repubblica di Corea ha 6 medaglie, 3 ori e 3 argenti e tiratori giovanissimi. Terzi del medagliere gli Stati Uniti: 1 oro, 3 argenti e 1 bronzo.

“Con due anni e mezzo di duro lavoro abbiamo portato alle Olimpiadi una squadra numerosa come a Tokyo, siamo stati competitivi in tutte le specialità a cui abbiamo preso parte e abbiamo ottenuto un argento e un bronzo, portando quattro atleti in finale. In più sono orgoglioso perché anche gli altri tre atleti che non sono arrivati a giocarsi la medaglia sono stati bravissimi e protagonisti di prestazioni di tutto rilievo”, è il commento di Costantino Vespasiano, presidente dell’Unione italiana Tiro a segno.

Altrettanto soddisfatto, ovviamente, il direttore della Preparazione olimpica Pierluigi Ussorio, che individua nelle qualità umane del gruppo uno degli elementi determinanti in questa spedizione in Francia. “Ho l’onore di guidare un team di persone meravigliose: gli staff, tecnico e sanitario, gli atleti, tutti coloro che hanno dato un contributo al nostro progetto, sono fiero di una squadra straordinaria. Nonostante la giovane età, gli atleti si sono espressi sui migliori valori, a conferma che il lavoro paga, sempre”.

Una felicità pienamente condivisa anche dai due commissari tecnici. “Due medaglie olimpiche costituiscono un tesoro per la nostra federazione e per tutto il movimento. La cosa che mi ha dato più soddisfazione è la solidità dimostrata da tutti i nostri atleti al cospetto di avversari plurititolati e ricchi di esperienza”, la valutazione di Roberto Di Donna, ct della pistola. “Torniamo a casa molto soddisfatti, anche se non è arrivata una medaglia. Sollazzo è stato bravissimo nel contest dai 10 metri, tutti e tre i nostri atleti hanno tirato alle Olimpiadi per la prima volta e nonostante l’inesperienza si sono espressi sui loro livelli abituali. Gestire le emozioni e la tensione alle Olimpiadi non è semplice, ma loro ci sono riusciti”. Così Giuseppe Fent, il ct della carabina.

“Complimenti alle due medaglie del Tiro a segno e a quelle del Tiro a volo: sono veramente soddisfatto”, riassume Luciano Rossi in qualità di presidente della Federazione internazionale, che poi si concentra sulla politica del tiro. “Lasciatemi dire che il vero successo di questa Olimpiade è stato il recupero di credibilità dell’ISSF. Dall’ultima posizione nei social media credo che siamo andati alla prima, con situazioni che si sono create in maniera spontanea, ma che abbiamo cercato anche noi di alimentare. Aver ospitato nella casa della federazione internazionale atleti, tecnici, dirigenti e giornalisti è stata una cosa mai vista che abbiamo voluto fortemente realizzare per evitare quella marginalizzazione del tiro che sembrava fosse cosa fatta. Posso dire che non succederà più. Abbiamo vinto noi questa sfida della politica sportiva e adesso ci aspetta tanto lavoro per la riforma da mettere in campo per Los Angeles 2028”.

“Questa è una grande squadra, chi è qui con me e anche le ragazze e i ragazzi che sono rimasti a casa. Bravi, bravi!” è il breve commento di Marco Conti, ct della squadra di Trap.

“Grande soddisfazione per l’oro del Mixed team arrivato dopo una gara entusiasmante, con record olimpico e record del mondo in qualificazione con 149 su 150, e un finale da sogno battendo gli americani che erano i favoriti e venivano da due gare individuali importanti”, spiega Andrea Benelli, ct dello Skeet. “Sono molto felice per il lavoro dei miei ragazzi, che ringrazio. E ringrazio la federazione che ci ha permesso di competere ad altissimo livello per tutto il quadriennio. Perché i risultati che sono venuti sono il frutto del lavoro di tutti durante il quadriennio. Un po’ di rammarico per l’individuale maschile: anche se non sono arrivate medaglie è una gara per me preparata molto bene. La medaglia del Mixed porta a tre ori e due argenti il bottino della mia carriera di allenatore alle Olimpiadi: è motivo di grande soddisfazione”.

L’Olimpiade è anche il momento in cui si misura il peso dell’industria del settore. E qui il “made in italy” armiero ha molto da dire: gli atleti che hanno utilizzato fucili italiani nel Tiro a volo si sono aggiudicati quest’anno 18 medaglie sulle 18 totali, mentre le munizioni italiane hanno registrato 14 vittorie su 18. Da segnalare anche Pardini armi che, soprattutto nelle finali di pistola del Tiro a segno, ha piazzato un gran numero delle sue armi.

Il “made in Italy” armiero è apprezzato e scelto dagli atleti di tutto il mondo, confermando un primato di eccellenza. Alle Olimpiadi di Parigi 2024, il 93,2% dei tiratori specialisti di Trap e Skeet ha utilizzato armi italiane. Di più, dei 34 finalisti, 33 hanno sparato con fucili italiani. “Gli ottimi risultati ottenuti dalla nazionale italiana arricchiscono quella che è già di per sé una vittoria per il nostro Paese: equipaggiare un numero così elevato di atleti dimostra quanto l’industria armiera italiana sia una storia di lavoro e dedizione riconosciuta e apprezzata oltre ogni confine geografico”, ha dichiarato Giovanni Ghini, Presidente ANPAM - Associazione nazionale produttori armi e munizioni sportive e civili. “Know-how produttivo e altissimi standard di precisione, sono solo alcuni dei i vettori che hanno spinto le armi e le munizioni italiane verso un successo che ogni quattro anni trova conferma sul campo più prestigioso”. Le aziende del “Made in Italy” a Parigi: Beretta, Perazzi, Caesar Guerini, Baschieri & Pellagri, Bornaghi, Cheddite, Clever, Fiocchi munizioni, Nobel Sport Italia, Rc Eximport.

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Il segretario UITS, Walter De Giusti, Federico Nilo Maldini, il presidente UITS, Costantino Vespasiano, Paolo Monna (da sinistra).
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Silvana Maria Stanco (a sinistra) argento del Trap, con l'oro Adriana Ruano Oliva e il bronzo Penny Smith. 

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Federico Nilo Maldini e Paolo Monna, argento e bronzo della P10 con il cinese Yu Xie, oro. 
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Massimo Spinella, quinto in Pistola automatica. 
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Tammaro Cassandro ha migliorato il sesto posto di Tokyo. Peccato si sia fermato giù dal podio dello Skeet. 
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Il gruppo di tecnici, atleti e dirigenti dell'UITS
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Franco Gussalli Beretta, presidente di Fabbrica d'armi Beretta, con Nathan Hales, oro del Trap. 

 

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