Lo scorso 14 aprile il presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi e quello di ANUUMigratoristi Marco Castellani hanno firmato un Protocollo di Intesa che vede le strutture delle due Associazioni venatorie riconosciute impegnate a dare ulteriore vitalità alla collaborazione per imprimere ulteriore impulso sul territorio e a tutti i livelli alla realizzazione di iniziative unitarie per la caccia e di servizi per i rispettivi tesserati.
Alla base dell’accordo la consapevolezza della necessità di far evolvere l’impegno comune
realizzato all’interno della Cabina di regia nazionale, anche per rafforzare il percorso unitario tra di esse e fra le Associazioni che vorranno condividere contenuti e finalità, ma anche la condivisione in entrambe le Associazioni delle linee politiche e di azione volte a recuperare i valori della ruralità e la valorizzazione di tutte le forme di caccia sostenibile, contrastando ogni strumentale limitazione sia normativa che pratica.
Fra i punti che Federcaccia e ANUUMigratoristi condividono:
1. La necessità di una non più rimandabile rivisitazione razionale e non ideologica della normativa nazionale e regionale sulla caccia e sulle aree protette, che possa garantire un modello di governance ambientale e faunistico-venatoria su tutto il territorio nazionale.
2. La ferma richiesta dell’adozione di calendari venatori con tempi e specie secondo le diverse realtà territoriali che vedano la corretta applicazione di quanto previsto dalla 157/92, dalla Direttiva Habitat e dei Key concept comunemente definiti a livello dei Paesi europei e che definiscano anche il prelievo in deroga e l’utilizzo dei richiami vivi di cattura.
1. La necessità di una non più rimandabile rivisitazione razionale e non ideologica della normativa nazionale e regionale sulla caccia e sulle aree protette, che possa garantire un modello di governance ambientale e faunistico-venatoria su tutto il territorio nazionale.
2. La ferma richiesta dell’adozione di calendari venatori con tempi e specie secondo le diverse realtà territoriali che vedano la corretta applicazione di quanto previsto dalla 157/92, dalla Direttiva Habitat e dei Key concept comunemente definiti a livello dei Paesi europei e che definiscano anche il prelievo in deroga e l’utilizzo dei richiami vivi di cattura.
3. Il potenziamento e sviluppo degli studi scientifici in campo faunistico e agroambientale.
4. Il miglioramento qualitativo dei rapporti col mondo agricolo per la valorizzazione del sistema rurale con ricadute positive sulla fauna selvatica
5. La formazione e riqualificazione dei quadri dirigenti.
6. Il maggior coinvolgimento e promozione dell’attività venatoria nella società e in particolare fra i giovani a partire dall’età scolare.
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