21 mar, 2023

Giornata mondiale delle foreste. Federcaccia sull'interesse ambientale per la conservazione e la valorizzazione

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giornata mondiale delle foresteÈ probabile che gran parte degli italiani non percepisca la straordinaria ricchezza del nostro Paese in termini forestali. Senza dubbio dovremmo infatti ritenerci una “nazione forestale” visto che i boschi coprono il 43% del territorio italiano (contro il 41,5 % delle superfici agrarie) e che soprattutto trattasi di superfici in continuo aumento, che sono più che raddoppiate dal secondo dopoguerra a oggi e che hanno raggiunto livelli di estensione paragonabili a quelli presenti secoli orsono in Italia e quindi ben prima dell’epoca industriale.
Superfici boscate diffuse in tutte le regioni italiane, varie ed eterogenee nella composizione in base alle differenze climatiche e stazionali e soprattutto plasmate dall’attività antropica e dove tutt’oggi rappresentano un elemento di elevata rilevanza economica e sociale in molte realtà territoriali.
Boschi che sono chiaramente habitat fondamentale per molte specie floristiche e faunistiche, a elevata biodiversità e con una complessa rete di equilibri ecosistemici in grado di fornire servizi fondamentali per l’esistenza dell’uomo come la mitigazione ai cambiamenti climatici, la cattura e stoccaggio della CO2, la regimazione delle acque piovane e dei corsi d’acqua, la salvaguardia del suolo e dei versanti e tante altre ancora.
Malgrado questo la situazione delle nostre foreste non è rosea in quanto manca di base una gestione diffusa e attiva di queste preziose superfici finalizzata non solo alla loro conservazione, ma anche per un utilizzo equilibrato e compatibile della risorsa legno. Vi è inoltre anche il pericolo dell’abbandono dell’uomo di molte aree marginali del nostro territorio agro-forestale, che può quindi determinare ulteriori degradi per mancanza di gestione e di presidio del territorio (con conseguente aumento del rischio di incendi e/o dissesti).
Il mondo venatorio è chiaramente coinvolto e interessato agli aspetti di conservazione e valorizzazione del patrimonio forestale nazionale in quanto habitat di forte interesse ambientale. Da ricordare in particolare il forte incremento della fauna ungulata che si è registrato nell’ultimo mezzo secolo proprio per effetto del conseguente aumento delle superfici boscate a livello nazionale. Aspetto positivo, ma che chiaramente necessita sempre più di valutazioni gestionali congiunte tra forestali e cacciatori per il raggiungimento di un equilibrio di popolazione che non impatti eccessivamente la sussistenza del bosco stesso e della sua biodiversità.
Di particolare interesse è anche l’aspetto della conservazione degli inclusi forestali e delle aree aperte o marginali per evitare l’eccessiva forestazione. Per la ricchezza in biodiversità e soprattutto per l’incremento degli habitat faunistici è necessario infatti mantenere e gestire la conservazione dei microambienti aperti nel bosco e quindi evitare una eccesiva forestazione specie se a discapito di spazi naturali preziosi come aree prative e aree umide.
Un’attenzione particolare ci deve essere anche nelle valutazioni delle attività selvicolturali e negli interventi antropici in generale sui nostri boschi. Si dovranno infatti privilegiare e ponderare interventi che aiutino a incrementare le potenzialità faunistiche di un territorio forestale o almeno che non alterino gli habitat di specie di fauna selvatica vulnerabili e di maggior pregio.
Tutte attenzioni queste che sono già contemplate nella recente programmazione della Strategia Nazionale Forestale, che ci auguriamo vengano applicate anche a livello locale, ma soprattutto che possano dare avvio ad una fattiva partecipazione istituzionale dei cacciatori nella tutela di questo preziosissimo patrimonio.

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