Il censimento, che quest’anno si è tenuto tra il 21 e il 23 settembre, coinvolgendo oltre 500 persone, è arrivato a definire, attraverso tecniche scientifiche, il numero di cervi presenti all’interno del Parco, consentendo una più puntuale gestione della specie. Date le peculiarità del territorio delle Foreste Casentinesi, il monitoraggio è condotto con il metodo “al bramito”, che risponde alla necessità, in aree ad alta densità forestale, dove ampie superfici sono sottratte alla supervisione visiva, di determinare il numero di individui solo attraverso le tracce sonore emesse dai cervi maschi adulti, i caratteristici bramiti. Per far ciò, i volontari del censimento, dislocati nelle diverse postazioni disseminate per tutto il Parco, hanno ascoltato i richiami degli animali, contribuendo a mappare la popolazione di cervo e la sua presenza nei boschi.
Un esempio concreto, questo, delle diverse declinazioni che la tutela della biodiversità può assumere, nella gestione quotidiana di patrimoni come quelli conservati nei Parchi Nazionali italiani. Proprio per andare a scoprire tutte queste modalità, è nato Biodiversità in Volo, il progetto di Fondazione UNA – Uomo, Natura, Ambiente – realizzato in collaborazione con Federparchi, che ha fatto tappa nelle Foreste Casentinesi, in occasione dei censimenti, dopo le esperienze nei Parchi Nazionali del Gran Paradiso, D’Abruzzo, Lazio e Molise, nel Parco Regionale della Maremma, nel Parco Nazionale dei Nebrodi e all’Area Marina Protetta di Capo Milazzo.
“La collaborazione con Fondazione UNA, dopo diverse tappe che hanno messo in luce le migliori misure messe in atto dai Parchi Nazionali per la conservazione delle specie particolarmente protette, contribuisce ora ad aumentare la consapevolezza su quale sia il significato, e il portato, degli interventi di gestione della biodiversità, che si gioca su equilibri particolarmente delicati” ha commentato a proposito Luca Santini, Presidente di Federparchi. “L’approccio scientifico dei censimenti è l’esempio ottimale per Federparchi di come procedere per la salvaguardia degli ecosistemi.”
Le stesse serate del censimento al bramito hanno ospitato anche le pratiche monitoraggio del lupo, attraverso la tecnica del wolf-howling, che, sfruttando l’ampia copertura acustica sul territorio garantita dagli operatori dislocati nelle numerose postazioni all’interno del parco, permette di individuare soggetti singoli o nuclei famigliari sfruttando la naturale tendenza del lupo ad ululare. È precisa, in questo senso, la decisione dell’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che ha deciso di disciplinare tale attività di monitoraggio del lupo, attraverso una regolamentazione che permetta di raccogliere dati utili senza arrecare disturbo agli esemplari, integrandoli poi con quelli del monitoraggio ordinario eseguito dal Parco con il CTA-CFS.
Per Renata Briano, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione UNA, “L’obiettivo di un progetto come Biodiversità in Volo, che ci vede impegnati insieme ai soggetti che in prima persona si occupano di conservazione della specie, è quello di porre l’attenzione sulle modalità attraverso le quali, oggi, si opera per la tutela della biodiversità. Il censimento organizzato ogni anno dall’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, in questo senso, ma anche tutte le altre attività che si svolgono entro i confini del Parco, dal monitoraggio del lupo alle tecniche sviluppate per una convivenza pacifica tra specie, sono ottimi esempi di gestione virtuosa di un patrimonio faunistico veramente prezioso.”
L’idea di una gestione virtuosa del territorio e della fauna selvatica che lo popola, secondo criteri razionali e scientifici, è uno dei valori fondanti di Fondazione UNA, che crede nella caccia come attività sostenibile e responsabile, lontana dal bracconaggio e inserita invece in un sistema che mira alla preservazione della biodiversità. In questo senso, la partecipazione dei cacciatori come volontari alle attività di censimento organizzate dal parco rientra perfettamente in quello che è il profilo del cacciatore come “Paladino del Territorio”, custode degli equilibri faunistici e naturali. L’attività venatoria è infatti da intendersi come un elemento utile, inserito positivamente in un sistema che mira alla piena sostenibilità ambientale.
Proprio per questo, e con l’obiettivo di portare i temi cari al mondo venatorio nei principali centri di dialogo sulla biodiversità a livello internazionale, Fondazione UNA si è aperta a diverse collaborazioni, entrando a far parte di IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, e successivamente di Mountain Partnership – FAO, operando al tempo stesso per la realizzazione di una campagna di divulgazione sull’importanza della tutela delle specie protette rivolta alla stessa comunità dei cacciatori e sottolineando come questa si inserisca pienamente in un modello di caccia sostenibile, rispettoso delle regole e contrario a qualsiasi forma di bracconaggio.